Roma, Novembre 2022 – …
Questo progetto fotografico nasce dalla mia esigenza di esplorare ed esprimere tutto l’inespresso e l’invisibile che si muove dentro e fuori di me nelle mie giornate di lavoro come medico palliativista in assistenza domiciliare.
Dopo anni di lavoro in Hospice, dall’autunno del 2022 sono ritornata a fare assistenza medica a domicilio. Durante il percorso tra una casa e l’altra, nella multiforme città di Roma e nei suoi dintorni, tra ambienti urbani, campagna e mare, accompagnata da ogni clima e più o meno in ogni orario, è cresciuta l’esigenza di prendere appunti visivi che esprimessero le emozioni che l’entrare e l’uscire dalle case porta con sé.
La fatica, il senso di solitudine che c’è anche in case affollate, la rassegnazione; il dolore, così come il contatto che lenisce e cura, la consolazione, il sorriso e lo stupore di fronte a quella parte della vita invisibile che si chiama morte.
Ogni elenco di nomi al portone è un alveare di esistenze, di persone. Ogni porta si apre su un mondo in cui mi immergo con la stessa circospezione di un tuffo in acque ignote. Ogni viaggio tra una porta e l’altra offre lo spazio e il tempo per il metabolismo delicato del contenuto emotivo che ho portato via dalla visita precedente, come un sacchetto a cui trovar posto per far spazio a quello che troverò nella visita successiva.
Di porta in porta, di viaggio in viaggio, di giorno in giorno, di mano in mano.